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20/05/2023, 19:01

Dal crinale abruzzese-molisano è nata una favola calcistica!

“Italiani, popolo di Santi, Poeti e navigatori”…quante volte avremo ascoltato questo detto che ormai si tramanda dalla notte dei tempi! Sarà, magari, inflazionato ed abusato, ma ciò non toglie che calzi a pennello a (quasi) tutte le italiche gesta sin ora mostrate ed esibite al mondo intero: del resto è la stessa conformazione geografica del nostro Paese ad ispirare simpatia a chi vi si accostasse per qualunque ragione. Uno Stivale, al cui interno si dispiegano le più varie, antitetiche e diverse anime che tuttavia contribuiscono tutte alla sua bellezza; regioni e paesaggi mozzafiato, ognuna con la propria storia e le proprie radici, ma egualmente accomunate dalla gioia di vivere e di essere, perché no, anche protagoniste della Storia: in questo caso, che davvero ha del miracoloso, concentriamo la nostra attenzione su due Regioni vicinissime tra loro e nel contempo simili e diversissime nel loro essere. Il “rude” Abruzzo ed il “rustico” Molise, per usare espressioni per esse coniate nei decenni, hanno avuto figli ed esponenti illustrissimi in tutti i campi della Società civile: basterebbero i soli nomi di D’Annunzio e Rocky Marciano, tra i tanti altri, per accendere gli entusiasmi ed il vanto di un nazionalismo stavolta più che meritatamente ostentato.

Ma, a scavare tra gli annali della Storia, ci sono state ed esistono ancora delle piccole realtà anche sportive che hanno dato e danno lustro a queste due illustri Regioni: ed è proprio di due di queste realtà che vorremmo ricordare le gesta.

Attualissima, infatti, è la favola sportiva del Vastogirardi, cittadina molisana di poco più di 600 abitanti che per il quarto anno consecutivo ha conquistato una storica permanenza nella Serie D calcistica: pur confinante con altre cittadine sulla carta di maggior richiamo e prestigio quali ad esempio Agnone o Capracotta, ha saputo ritagliarsi con merito il suo “posto al Sole” nel panorama calcistico semiprofessionistico italiano.

I 1200 mt sul livello del mare cui si affaccia questa ridente cittadina tolgono letteralmente il fiato (agli avversari in campo…) ed hanno spronato gli eroi locali verso mete sulla carta impossibili, soprattutto considerata la presenza nel loro girone (F) di squadre sulla carta ben più attrezzate come il Chieti 1922 o addirittura la Sanbenedettese che ha avuto trascorsi ben più prestigiosi nelle categorie superiori.

Ed è forse anche l’etimologia del nome a dare ulteriore slancio alla squadra: si ritiene, infatti, che sia stato il soldato crociato Giusto Girardi a dare il nome al Paese: di qui, dunque, l’animo guerresco ed al tempo stesso gentile che ha consentito sinora ai nostri di sedere alla tavola del calcio quasi professionistico italiano, potendo anche vantare una rosa altamente inclusiva di calciatori  delle nazionalità più disparate tra loro che infondono alla squadra le loro diverse anime, ma pronti ad unirsi sotto la stessa bandiera sportiva che, specialmente nelle partite interne giocate nello Stadio “Di Tella”, infonde il giusto timore agli avversari per conseguire la già menzionata quarta salvezza consecutiva nel suo girone, lasciandosi alle spalle teams quali Avezzano e Vastese, ad esempio: tanto per poter continuare la sua avventura a testa alta in Serie D, recuperando anche il punto di penalizzazione inflitto dalla Giustizia Sportiva.

Abruzzo e Molise, dicevamo: ognuna a suo modo protagonista, anche nel calcio! Già, perché se il miracolo “Vastogirardi continua nel presente, il passato (nemmeno tanto passato…) ha consegnato alla storia un’altra favola calcistica, tutt’altro che dimenticabile ed il cui nome evoca imprese altrettanto leggendarie: il Castel di Sangro! Una realtà diversa da quella molisana, un contesto anche sportivo magari ben più elitario, ma accomunata dalla medesima voglia di prevalere e porsi all’attenzione di tutto il Paese: come non ricordare, infatti, l’epopea che a metà degli anni ’90 vide il Castello protagonista di una storica cavalcata che lo vide promosso dalla Serie C2 alla B?

La rudezza abruzzese ha aiutato molto, in quegli anni, a compiere anche qui il “miracolo” di conquistare promozioni a ripetizione arrivando alla Serie cadetta per restarci diversi anni, contro ogni previsione e facendosi beffe anche di un destino amaro che il 10 dicembre 1996 stronca le giovani vite di Danilo Di Vincenzo e Filippo Biondi in un tragico incidente stradale. Ma il carattere dei sangrini è più forte di ogni avversità, arrivando qualche anno più tardi a contendere un ottavo di finale di Coppa Italia nientemeno che all’Inter, soccombendo al ritorno di fronte ad un calcio di rigore più che dubbio assegnato ai nerazzurri, al cospetto di un “Teofilo Patini” stracolmo di 10.000 spettatori, più dell’intera popolazione cittadina! Tra alti e bassi, la squadra riuscirà a restare nella serie cadetta sino al 1998, iniziando una lenta e dolorosa discesa agli inferi che culminerà nel 2005 con la radiazione a seguito di dissesti finanziari dopo le retrocessioni in C1 e D. Ma tutto questo è più che sufficiente per attirare addirittura le attenzioni di oltre Oceano: lo scrittore di fama internazionale Joe Mc Ginnis, in Italia per intervistare il connazionale Alexis Lalas all’epoca in forza al Padova, si trasferisce in Abruzzo per seguire da vicino le gesta del Castello: ne resterà talmente rapito da dare alle stampe “The Miracle of Castel di Sangro”, che diverrà un best-seller intercontinentale e meritevole di essere letto.

La rinascita sotto nuove vestigia della leggenda del Castello non attenua per nulla quanto sopra narrato e che certo si tramanderà nei decenni anche alle future generazioni, come certo avranno fatto coloro che ebbero la fortuna di assistere alle imprese dei sangrini, così come oggi i Vastogirardesi possono bearsi degli exploit della loro squadra, di modo da poter giungere alla chiusura finale di un cerchio che veda idealmente accomunate due tra le più fulgide leggende e realtà del glorioso crinale abruzzese-molisano!

 

Giancarlo A.