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Marco Pannella - Un Abruzzese nelle pagine di storia del nostro Paese
Un ‘peccatore’ cristiano
“IL PIU’ GRANDE CRIMINE E’ NON FARE NULLA! “ Tra le tante affermazioni da lui pronunciate, questa e’ probabilmente la piu’ calzante per definire la figura del leader radicale recentemente scomparso, capace di attraversare diverse decadi della vita sociale e politica recente della nostra Repubblica. Inquadrarlo in poche righe vorrebbe dire far torto alla sua coerente ed assoluta onesta’ intellettuale che tante volte lo ha visto protagonista, a torto o ragione, in fasi decisive della vita del nostro Paese.
E’, anche, la sua origine abruzzese, che ci spinge a parlare sia pur per sommi capi di lui: i tratti dominanti della sua Regione d’origine anche in questa occasione sono stati piu’ presenti che mai e probabilmente ne hanno sempre caratterizzato azioni e pensiero.
Nato infatti nella ridente Teramo da un valente ingegnere e da madre svizzera, Marco Pannella sin da ragazzo si appassiona alle battaglie sociali che nell’immediato dopoguerra attanagliano la Nazione: tutto cio’ non gli impedisce di portare brillantemente a termine gli studi universitari, che mettera’ a frutto certamente in modi e tempi diversi.
Uno dei momenti fondamentali della sua vita politica e’ la fondazione ( tra gli altri assieme ad Eugenio Scalfari) nel 1955 del Partito Radicale, che da quel momento inizia ad essere la coscienza occulta degli italiani, sempre pronto e vigile su ogni punto della vita sociale del Paese, che da allora trovera’ sempre ampia eco nelle lotte portate avanti dai parlamentari del Partito. Sarebbe lungo e sterile l’elenco, in rigoroso ma asettico ordine cronologico, di tutte le lotte civili, delle manifestazioni clamorose ( a volte certo anche discutibili), e di tutte le altre battaglie portate avanti da Giacinto ( questo il suo vero nome): e sicuramente non renderebbero appieno il merito dell’enorme significato socio-politico delle sue azioni.
Basterebbe ricordare, ad esempio, la sua lotta strenua per la legalizzazione dell’aborto,la sua campagna aspra a favore del divorzio ( sino agli anni 70 autentico scheletro nell’armadio per la societa’), ma soprattutto le sue campagne a favore dei diritti umani e quella leggendaria per la moratoria definitiva della pena di morte, suggellata con l’associazione Nessuno Tocchi Caino.
Ma soprattutto il suo accanito e strenuo lottare per la depenalizzazione delle droghe leggere che tanti fastidi giudiziari negli anni gli ha arrecato: il suo antiproibizionismo sfrenato costringe il sia pur liberale governo di centro-destra ad emanare la famosa legge Fini-Giovanardi del 2005 che in tal senso pare raccogliere una sia pur virtuale eredita’ pannelliana: legge quest’ ultima anch’essa soggetta ad una recente revisione costituzionale del 2014.
Ricordiamo, a questo proposito, anche una indimenticabile trasmissione Rai del 28 dicembre 1995 nella quale Pannella, a fronte della sua battaglia legalizzatrice, offre in diretta ad una stupefatta Alda D’Eusanio 200 grammi di hashish: reato dal quale sara’ in seguito assolto.
Od anche il suo auto imbavagliamento sempre in diretta durante una tribuna politica per protestare contro il poco spazio ad esso riservato in Tv: assieme alla compagna e collega di sempre Emma Bonino, da tempo in prima fila con lui nelle lotte piu’ estreme.
La sua linea di condotta durante le fasi drammatiche del sequestro Moro lo vede solo, assieme ai socialisti di Craxi, contro la linea della fermezza per salvare l’ostaggio, cosi’ come l’anno precedente fu memorabile il suo scontro con l’allora Ministro dell’Interno Cossiga nella tragica vicenda dell’uccisione della studentessa Giorgiana Masi proprio durante un sit-in radicale.
Le dimissioni dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone furono un’altra pagina di storia civile del nostro Paese: nella quale, Pannella ha ancora un ruolo importante: ma anche in questo caso la sua onesta’ intellettuale gli fa riconoscere lo sbaglio e la gratuita’ delle accuse con una successiva lettera di scuse allo stesso Leone.
Vicino ad Enzo Tortora nel suo calvario, vive con lui tutte le fasi dello scempio giudiziario che renderanno purtroppo giustizia postuma allo ormai scomparso presentatore, eletto anche eurodeputato nel movimento pannelliano.
E’ nell’ultimo tratto della sua vita politica che abbraccia, inoltre, le tante battaglie laiche contro l’accanimento terapeutico e con il desiderio di un fine vita stabilito per tempo: ricordando cosi’ la sua lotta a fianco di Mina e Piergiorgio Welby che lo porta alla costituzione dell’associazione Luca Coscioni ad invocare il diritto, se non proprio all’eutanasia, ma almeno di decidere della propria sorte.
La liberta’ di scelta: e’ sempre basandosi su questo dogma il portare a candidare Ilona Staller al Parlamento alla meta’ degli anni 90, o ad indurlo clamorosamente ad ingerire la propria urina in risposta agli appelli che lo invitavano a desistere da uno degli altrettanto suoi numerosi e storici scioperi della fame per protestare contro il sistema.
Circondato dall’affetto di altri leaders storici del partito, quali Cicciomessere, Adelaide Aglietta, persino il Francesco Rutelli dei primi passi politici, Pannella ha sempre catalizzato l’attenzione dei riflettori per la sua ricerca dell’eccesso, tuttavia mai fine a sé stesso, ma solo per l’ottenimento di una visibilità per coloro che non hanno voce, i cosiddetti “sommersi” di cui tanto oggi si parla, ma che gia’ 40 e passa anni fa erano oggetto di questo paladino della liberta’, mai asservito al potere ed anzi rispettato da tutti gli schieramenti politici, che negli anni hanno fatto a gara per accaparrarsi i suoi “servigi” o sponsorizzarne le opere.
Eppure, in questa figura a volte controversa, nessuno ha osato mai disconoscere ( a suo modo) un fondo di cattolicesimo pur personalissimo: la sua concezione laica della vita e le sue battaglie in tutt’altro senso indirizzate non fanno a pugni con un suo concetto unico della verita’ cristiana, che pur non lo ha quasi mai posto sotto gli strali della Chiesa.
Ne è prova evidente una forte e sentita amicizia con Papa Francesco, che in piu’ di una occasione ne ha elogiato il suo esporsi per gli umili: parole queste a cui il leader radicale ha risposto con una sincera affermazione di benevolenza personale verso lo stesso Pontefice.
Potranno mancare le battaglie da lui condotte in prima persona, ma i suoi “eredi” e figli spirituali ( idealmente presenti in ogni schieramento politico) certamente non disperderanno quanto di buono fatto dal vecchio leone di tanti cimenti: e di certo tra i tanti, Rita Bernardini e la sempiterna Rita Bonino proseguiranno sulla sua scia a contrastare le tante storture della societa’ attuale, come sempre specchio dei nostri ( tristi) tempi.
Ed il suo desiderio di compiere l’ultimo viaggio verso la terra natale testimonia anche in questo caso il forte legame che lega questa storica Regione ai suoi figli piu’ cari.


